Botticelli è stato un eccellente pittore del Quattrocento, creatore di alcuni dei più grandi dipinti della storia dell’arte moderna. Nel lungo elenco delle sue opere, è doveroso ricordare la celebre Nascita di Venere ed anche l’innovativa Adorazione dei Magi, due lavori che hanno contribuito al successo di questo grandioso pittore. Oggi, visto anche il periodo dell'anno in cui ci troviamo, analizziamo la Primavera.
Data di realizzazione: 1482
Dimensioni: 203 x 314 cm
Dove si trova: Galleria degli Uffizi, Firenze
La Primavera, secondo le fonti, è stata realizzata nel 1482, dopo il ritorno di Botticelli da Roma.
Il committente della celebre opera di Botticelli è stato Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino di Lorenzo il Magnifico.
Secondo diversi studi, la Primavera di Botticelli, fino al 1516 si trovava all’interno del Palazzo di via Larga e successivamente venne trasferita all’interno della Villa di Castello. Circa trecento anni dopo, ritroviamo la Primavera prima nel Guardaroba dei Medici e successivamente nella Galleria dell’Accademia, messa a disposizione per gli studenti d’arte. Nel 1919, questo capolavoro di Botticelli giunge definitivamente all’interno della Galleria degli Uffizi, dove si trova tutt’oggi.
In quest'opera sono presenti nove personaggi, tutti appartenenti alla mitologia greca. La scena in cui si muovono è l’interno di un piccolo bosco ombroso e con un grande prato fiorito, stracolmo di molteplici fiori. Secondo gli studiosi, l’opera di Botticelli si deve leggere da destra a sinistra. Seguendo questa teoria, ecco le identità dei protagonisti di questa immagine con il tema sulla primavera :
- Arrivando in planata, con la pelle bluastra, vi è Zefiro, la personificazione del vento di primavera e si sta avvicinando ad una donna.
- La donna rapita da Zefiro, è la Ninfa Clori, la quale successivamente viene messa incinta dallo stesso Zefiro.
- La donna accanto ai due amanti, con il vestito floreale e che sta spargendo altrettanti fiori a terra, è Flora (il flora significato è la personificazione della primavera); essa non è altro che Clori, trasformata dalla gravidanza avuta con Zefiro. Un piccolo simbolo che preannuncia il collegamento di Clori con Flora è il filo di fiori che sta uscendo dalla bocca della ninfa prima della trasformazione.
- Al centro della scena si trova Venere, la quale fa da forza motrice a tutti gli eventi che la circondano.
- Sopra la testa di Venere si trova Cupido, figlio della dea, pronto a scoccare una freccia contro una delle Grazie.
- A sinistra di Venere, ci sono le tre grazie che stanno ballando e che sono legate tra loro attraverso un complesso intreccio di dita.
- L’ultima figura più a sinistra è Mercurio, estraniato dalla scena, il quale sta allontanando le oscure nuvole che minacciano la fine della Primavera.
Il significato allegorico di questo capolavoro di Botticelli non è soltanto uno ma ci sono innumerevoli letture teorizzate oggigiorno; tra le più importanti e condivise, qui riporteremo: una lettura che si riallaccia all’identità del committente, una lettura storica ed infine semplificheremo anche la più complessa lettura filosofica.
INTERPRETAZIONE LEGATA AL COMMITTENTE PRIMAVERA BOTTICELLI
Questa prima lettura di una delle più importanti immagini sulla primavera, riconosce nei vari protagonisti del quadro di Botticelli, diversi esponenti della famiglia dei Medici.
Secondo questa teoria, la Primavera sarebbe stata commissionata in un primo momento da Giuliano de’ Medici, per celebrare la nascita di suo figlio Giulio, ma a causa della prematura morte di Giuliano a causa della Congiura dei Pazzi, l’opera, prima di essere completata e pubblicata, sarebbe stata riutilizzata e modificata da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, per le proprie nozze.
Botticelli, così, avrebbe modificato la composizione del proprio capolavoro, inserendo anche la moglie di Lorenzo di Pierfrancesco, ovvero Semiramide Appiani.
Condividendo questa ipotetica lettura, allora Zefiro, Clori e Flora, sarebbero i simboli della passione incontrollata e l’istinto, valori negativi dalla filosofia neoplatonica, poiché privi di controllo e lontani dalla ragione.
Oltre al gruppo di destra, Semiramide Appiani sarebbe stata riconosciuta nella figura centrale delle Tre Grazie, rappresentando l’amore spirituale, o anche Amore Humanus nella filosofia neoplatonica; Lorenzo di Pierfrancesco invece sarebbe stato ritratto nelle vesti di Mercurio.
I fiori che riempiono tutto lo sfondo della Primavera, alluderebbero ad un matrimonio: i fiordalisi, le margherite ed i nontiscordardimé si riallaccerebbero alla donna amata, mentre i fiori d’arancio che spuntano sugli alberi, insieme alla borrana sul prato, dovrebbe simboleggiare la felicità del matrimonio.
INTERPRETAZIONE STORICA DELLA PRIMAVERA BOTTICELLI
Secondo un altro filone interpretativo, il capolavoro di Botticelli indicherebbe invece la fioritura della città di Firenze sotto la guida dei Medici, il cui dominio ha portato ad una nuova età dell’oro.
Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici era stato incaricato da Lorenzo di dover governare Firenze, e sotto la sua guida la città avrebbe raggiunto ottimi risultati.
Nel quadro di Botticelli, la città di Firenze sarebbe rappresentata da Flora, mentre Mercurio rappresenterebbe Milano, Cupido sarebbe il simbolo di Roma, le Tre Grazie di Pisa, Napoli e Genova, la ninfa Clori alluderebbe a Mantova, Venere a Venezia ed infine Zefiro (chiamato anche Borea) a Bolzano.
INTERPRETAZIONE FILOSOFICA DELLA PRIMAVERA BOTTICELLI
Una delle interpretazioni più accreditate e testimoniate da studiosi del calibro di Aby Warburg, Gombrich, ed ancora più tardi Panofsky, riconoscerebbe in questo capolavoro di Botticelli il manifesto filosofico dell’Accademia Neoplatonica.
Questa Primavera di Botticelli rappresenterebbe come l’amore possa staccare l’uomo dalle passioni terrene ed elevarlo ad un livello spirituale superiore.
Secondo l’interpretazione neoplatonica di questo quadro, Venere rappresenterebbe l’Humanitas, ossia le attività spirituali dell’uomo, le Tre Grazie alluderebbero all’agire dell’Humanitas, Mercurio sarebbe la Ragione, strumento indispensabile per allontanare l’uomo dalle passioni e dall’istinto, ed il trio di Zefiro, Clori e Flora sarebbero il simbolo della Primavera, a sua volta simbolo di rinascita e di vita.
Marsilio Ficino, uno dei più grandi esponenti della filosofia Neoplatonica, aggiunse a questa interpretazione un ulteriore dettaglio legato alle Tre Grazie: esse rappresenterebbero i tre aspetti dell’amore, di cui, quella più a sinistra, con i capelli mossi sarebbe la Volputas, poi quella al centro, con espressione malinconica e tipicamente botticelliana sarebbe la Castitas, ed infine, a destra, con in bella vista una collana, sarebbe la Pulchritudo.
Tutta la scena è dominata da un ritmo calibrato e mai eccessivamente dinamico: tutti i personaggi sono collegati tra loro (eccetto Mercurio) attraverso i loro movimenti.
Grande cura è stata riposta da Botticelli, in primo luogo, nelle vesti dei protagonisti, e successivamente anche nei fiori e nella vegetazione che circonda tutta la scena.
Il colore dello sfondo, nonostante oggi sia molto più scuro e metta in risalto i protagonisti, in origine doveva essere più chiaro e brillante; infine, l’utilizzo di uno sfondo così semplice e poco dinamico da parte di Botticelli, sarebbe da interpretare come una crisi degli ideali culturali che ci fu all’inizio del Quattrocento, portando, successivamente alle critiche alla società mosse dal Savonarola.
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