Con la liquidazione della società che detiene i diritti delle canzoni, finisce il potere di veto della vedova che ha ostacolato in tutti i modi la diffusione delle canzoni di Battisti, e termina la guerra con Mogol. Tanti brani celebri torneranno finalmente ad essere suonati.
Vivendi costringe gli eredi Battisti e Mogol a vendere i diritti delle loro canzoni
Senza un accordo comune, su istanza di Universal-Ricordi, la società Acqua Azzurra, fondata dagli autori nel 1969 è in liquidazione e quindi dovrà vendere al miglior offerente i diritti di canzoni come Emozioni o Mi ritorni in mente
MILANO - Il titolo potrebbe essere “Eppur mi sono scordato di te,” dato che i diritti di alcune delle canzoni più conosciute della musica italiana degli anni Sessanta, quelle di Lucio Battisti e Mogol, sono in cerca di un compratore e la società che li possiede, Acqua Azzurra srl, è in liquidazione. I soci dopo una serie di litigi, incapaci di prendere una decisione unanime, hanno deciso di mettere in liquidazione la Acqua Azzurra, che era stata fondata dai due autori nel 1969.
A non voler continuare nell’avventura è la Universal che controlla la Ricordi, che a sua volta fa capo alla Vivendi di Vincent Bollorè e che ha una quota del 35% della società padrona dei diritti di brani come “Mi ritorni in mente”, “Emozioni”, “Pensieri e parole”, “La canzone del sole” e “Il mio canto libero". Gli altri soci sono con il 56% Aquilone srl (detenuta pariteticamente dalla vedova di Lucio Battisti, Grazia Letizia Veronese e dal figlio Luca) e al 9% L’altra Metà srl (controllata all'89% da Mogol, all’anagrafe Giulio Rapetti, al 10% da Alfredo Rapetti e all'1% da Carolina Rapetti). La vendita non vuol dire che gli eredi di Lucio Battisti e Mogol non continueranno a ricevere una percentuale dagli incassi derivanti dallo sfruttamento delle canzoni. Per legge e per contratto, infatti, è previsto che chiunque comprerà il catalogo continuerà a versare loro quanto dovuto.
In occasione del cda del 10 gennaio scorso infatti, secondo quanto risulta a Radiocor, i consiglieri hanno preso atto che la casa discografica "ha dichiarato di non essere favorevole" alla proroga della società in occasione dell'assemblea del 21 dicembre 2016, quando non è stata "raggiunta la maggioranza richiesta per l'adozione delle modifiche statutarie, necessaria per prorogare il termine della durata della società", come si legge dal verbale del cda. La messa in liquidazione della società, con la nomina di due liquidatori, è stata decisa nelle assemblee del 9 e 14 marzo scorsi. In quella occasione è stato deliberato di "porre in essere le attività ritenute utili e/o necessarie per il miglior realizzo dell'intero catalogo editoriale". La richiesta ai liquidatori è quella di promuovere "la vendita in blocco” entro il dicembre 2017 onde evitare di svalutarne il prezzo di realizzo vendendo canzone per canzone. Acqua Azzurra ha chiuso il bilancio 2015 con un valore della produzione di quasi 800mila euro e utili per 510mila euro (circa 780mila euro e 536mila euro nel 2014).
Questa non è la prima volta che i soci della società in liquidazione non sono in perfetta sintonia. Nel luglio del 2016 c'era stata la sentenza di primo grado della causa promossa da Mogol contro la società
e la vedova di Lucio Battisti ai quali chiedeva 8 milioni di euro. Il tribunale di Milano ha parzialmente accolto le richieste di Mogol, condannando Acqua Azzurra a pagare all'autore 2 milioni e 651mila euro. Quella decisione è stata impugnata e si aspetta la sentenza di appello.
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