18 aprile 2017

Magrebini minorenni devastano un treno

Sedili divelti, vetri in frantumi, mani addosso alle ragazze, vomito nei bagni, alcol, droga, minacce a chi osava protestare ed ovviamente senza biglietto. Il tutto all'interno di un treno, facilissimo da fermare dovunque si volesse e prendere almeno le generalità di tutti.

Sapete quanti ne hanno fermati? Quattro.


Treno ostaggio di 60 vandali minorenni: viaggio da incubo sul regionale Savona-Torino

La domenica di Pasqua una sessantina di ragazzi, tra cui diversi nordafricani, è salita a Finale Ligure e ha creato il caos tra grida e presunte molestie. Il convoglio è stato costretto a fermarsi per un’ora e mezza dopo l’intervento dei carabinieri

Sedili divelti, vetri in frantumi, mani addosso alle ragazze, vomito nei bagni. Tanto alcol e tanta droga. E poi, quelle minacce rivolte a chi osava protestare: «Oltre che marocchino sono anche disturbato, faccia la brava signora». È durato quasi sei ore l’incubo dei 300 passeggeri che la domenica di Pasqua, nel pomeriggio, di ritorno dal mare, viaggiavano sul treno 10138 Ventimiglia-Torino, partito dalla cittadina ligure alle 15.30 e arrivato a Porta Nuova con oltre 90 minuti di ritardo.

Con loro, a occupare un intero vagone, l’ottavo, quello che chiude il convoglio, un gruppo di sessanta ragazzi, tra cui molti minorenni di origine nordafricana, tutti senza biglietto. La posizione di quattro di loro, fermati a Porta Nuova, è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria. Si tratta di un maggiorenne italiano e di tre ragazzi di 15 e 16 anni originari del Marocco.

Identificati quattro ragazzi

I giovani sono saliti sul treno alle stazioni di Finale Ligure e Alassio. Dopo le prime molestie il convoglio si ferma per un’ora e trenta a Cengio, sosta necessaria per identificare gli autori di due presunte violenze sessuali. Quindi una seconda fermata, più breve, a Carmagnola, dopo che i vandali avevano tirato per gioco il freno a mano. Adesso, per fare luce sull’accaduto, indagano la Polfer e due procure, quella di Torino e quella per i minori, sempre del capoluogo piemontese. Partecipano all’inchiesta anche la polizia postale e i commissariati delle questure di Torino e Cuneo: i vandali, almeno alcuni di loro, potrebbero essere volti già noti alle forze dell’ordine

A Finale Ligure

Tutto sarebbe cominciato con un passaparola su Facebook. L’appello è nato da pochi adolescenti, torinesi di origine magrebina, che hanno lanciato l’idea di trascorrere la giornata di Pasqua al mare. Si conoscevano in dieci e si sono trovati in sessanta. Hanno occupato l’ultimo vagone del treno. Musica alta, schiamazzi e atti di inciviltà vari — dalla gara di rutti al vomito nei bagni — hanno cominciato a esasperare gli altri passeggeri. La situazione è degenerata quando due ragazzi hanno avvisato il capotreno: «Stanno violentando due ragazze». La segnalazione è stata girata al 112 da una coppia di anziani. Il treno si è fermato a Cengio, dove sono intervenuti i carabinieri.

Fino a Torino


Qui il convoglio è rimasto bloccato per un’ora e mezza. Le due presunte vittime sono state portate via, ma in caserma hanno dichiarato che non ci sarebbe stata alcuna violenza. Tutti i membri del gruppo sono stati invece identificati. Quell’operazione, che è costata un’attesa che è parsa infinita ai passeggeri già provati dal caldo e dalla paura, potrebbe rivelarsi, nelle prossime ore, fondamentale per incastrare i responsabili dei danneggiamenti.

Il capotreno ha chiesto ai giovani senza biglietto di scendere. Nessuno ha obbedito. Ma per tutta risposta con un martelletto hanno spaccato vetri, i sedili sono stati divelti e le fodere buttate fuori dai finestrini. Poi, a Carmagnola, a pochi chilometri da Torino, i vandali hanno azionato il freno a mano, provocando la seconda fermata. Quando il regionale è arrivato, intorno alle 21, a Porta Nuova, sui binari c’erano gli agenti della Polfer, che hanno fermato quattro persone. Gli altri ragazzini sono riusciti a fuggire correndo all’impazzata sui binari e mandando in tilt per altri venti minuti la circolazione ferroviaria.

Il gruppo è fuggito, ma ha lasciato dietro di se molte tracce. A partire da Facebook. E le telecamere della stazione potrebbero aver immortalato diversi volti. Infine ci sono i testimoni. «Chi è interessato a fornire elementi può contattare il compartimento della polizia ferroviaria» è l’appello di Silvia Burdese, dirigente della Polfer.

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