10 febbraio 2018

Bufale, un italiano su due "abbocca"

Non mi rendo conto delle percentuali, se possano essere veramente così alte, ma che molte persone credono alle cose più assurde l'ho constatato più volte anche di persona. La scarsa conoscenza dei mezzi informatici è una delle cause, secondo me, che contribuisce a questo fenomeno perché il più delle volte, basterebbe semplicemente googlare un titolo per avere subito chiara l'infondatezza di una notizia. In quanti lo fanno? In quanti lo sanno fare?


Fake News, un italiano su 2 “ci casca”

Il 50% degli italiani ammette di avere creduto ad almeno una fake news nell’arco dell’ultimo anno. E addirittura il 13% confessa di aver “abboccato” a più di 5 notizie costruite ad arte. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio Doxa per Findomestic. Ed è subito allarme.

E’ una bufala “certificata”, eppure tre persone su dieci continuano a credere che la presidente della Camera Laura Boldrini abbia una sorella che gestisce centinaia di cooperative che offrono assistenza ai migranti. E ancora: la bufala virale, circolata lo scorso novembre, della bambina musulmana di 8 anni data in sposa a Padova a un uomo di 35 anni è ritenuta una notizia vera da quasi 2 intervistati su 3 (63%). Mentre uno su 4 (26%) è convinto che Donald Trump abbia effettivamente dichiarato che la Statua della Libertà incoraggia l’immigrazione. Sono solo alcuni dei risultati dell’Osservatorio Febbraio 2018 realizzato da Doxa per Findomestic e focalizzato sul tema delle fake news. E non sono certo incoraggianti… Perché dal sondaggio risulta che in media oltre il 40% degli italiani non riconosce notizie inventate e già smascherate!

UNO SU DUE CADE IN TRAPPOLA – Più del 50% degli italiani ammette di essere caduto nel tranello delle fake news almeno una volta nell’arco dell’ultimo anno. Addirittura il 13% confessa di aver “abboccato” a più di 5 notizie costruite ad arte. Il potere persuasivo delle bufale – la cosiddetta post verità – è riconosciuto dalla maggioranza: secondo l’80% degli intervistati le fake news condizionano l’opinione pubblica, mentre solo l’1,4% ritiene che non abbiano alcun tipo di influenza. E in tempi di elezioni non è certo il massimo…

CREDIBILITÀ E FACT CHECKING. La diffusione delle fake news ha contribuito a minare la credibilità del mondo dell’informazione. Mentre il 51,8% del campione dell’indagine Doxa per Findomestic afferma di credere alle notizie diffuse da una fonte conosciuta, il 43,7% ha sempre qualche dubbio sull’attendibilità di quelle che legge o sente. La platea mediatica è sempre più chiamata, perciò, a verificare in qualche modo le notizie: per mettere in pratica il cosiddetto “fact checking” il 71,2% controlla se la notizia è riportata anche su altre fonti e il 66,6% valuta la fonte da cui proviene la notizia. Ma quali sono i media di cui ci si fida maggiormente in relazione alla veridicità delle notizie riportate? Il campione di popolazione attiva 18-64 anni (e pensionati delle corrispondenti fasce di età) ha così risposto: al primo posto i siti delle testate giornalistiche (29%), che staccano di poco la televisione (27%). Più distanziati i blog/forum online (18%), i quotidiani (10%) e i social network (8%). I quotidiani, per intenderci, registrano il massimo tasso di credibilità (20,5%) tra gli over 60!

CONTROLLI, NECESSARI MA NON TROPPO. Se un intervistato su 2 si esprime a favore di un “controllo” che certifichi che cosa è vero e che cosa no (meglio se ad opera di un ente imparziale), il 39% si dice contrario all’introduzione di controlli, evitando “censure” e preferendo lasciare così al cittadino la capacità di sapere distinguere cosa è attendibile da cosa non lo è. Il fenomeno «fake news» non va comunque  sottovalutato e anche il Papa nei giorni scorsi ha lanciato un invito a tutti, ma soprattutto ai giornalisti, per combattere questo fenomeno. Ma non sarà impresa facile.

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