15 febbraio 2018

Il bike sharing Gobee lascia l’Italia

Che figura di merda, direbbe l'immarcescibile Emilio Fede, quella dell'Italia nei confronti della modernità, dell'innovazione e di un nuovo modo di concepire gli spostamenti in città, portato in alcune nostre provincie da una società di Honk Kong. L'azienda di bike sharing Gobee lascia l'Italia perché siamo un popolo di vandali e di ladri.


“Troppi atti vandalici”: l’azienda di bike sharing Gobee lascia l’Italia

La società di Hong Kong era presente da alcuni mesi a Firenze, Roma e Torino

Gobee bike, società di Hong Kong di bike sharing, presente da alcuni mesi a Firenze, Roma e Torino, lascia l’Italia e l’Europa. Motivo, il vandalismo contro le proprie flotte di biciclette, che ha reso economicamente insostenibile la prosecuzione delle attività. A renderlo noto, lo stesso colosso asiatico, con una mail inviata a tutti i propri utenti. Gobee bike ringrazia i Comuni «che hanno riposto fiducia nel progetto» e comunica di aver già chiuso gli account degli iscritti, provvedendo a rimborsare ogni eventuale credito.  

«Con tristezza annunciamo ufficialmente alla nostra comunità di utenti la fine del servizio di Gobee bike in Italia, oggi 15 febbraio 2018 - si legge nel messaggio del colosso di Hong Kong - Lo scorso autunno Gobee bike ha iniziato la sua avventura in diverse città europee. Abbiamo dovuto affrontare una serie di ostacoli, e purtroppo, tra tutte queste sfide, una in particolare ha rappresentato un problema che non potevamo superare: nelle ultime settimane i danni alla nostra flotta hanno raggiunto limiti che non possiamo più contenere con le nostre forze e con le nostre risorse». 

Durante i mesi di dicembre e gennaio, spiega ancora la società, «le nostre biciclette sono diventate il bersaglio di sistematici atti di vandalismo, trasformandosi così in oggetti da distruggere per puro divertimento. Mediamente, il 60% della nostra flotta europea ha subito danneggiamenti, vandalismi o è stato oggetto di fenomeni di privatizzazione. Per questi motivi non c’è stata nessun’altra opzione se non procedere al termine del servizio a livello nazionale e continentale. Una decisione sofferta dal punto di vista morale, umano e finanziario».  

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