I suoi parrocchiani lo chiamavano Don Euro, per le sue continue ed insistenti richieste di denaro, tanto che era arrivato addirittura a vendere acqua benedetta alle anziane fedeli, spacciandola per proveniente da Lourdes o Medjugorje.
Insieme alle donazioni dei parrocchiani, tutto quel denaro gli serviva per farela bella vita e trascorrere ore liete lontane anni luce dall’Eucarestia: prostituti, ristoranti stellati e alberghi più “in” di Napoli, Roma e Barcellona, corredate all’occorrenza da sniffate di cocaina.
Se proprio vogliamo trovare una cosa positiva, a differenza di qualche suo collega, questo i ragazzi li pagava e non gli usava violenza. Cose dell'altro mondo!
‘Don Euro’, l’indagine si allarga: sequestrati soldi dal conto corrente
Per i carabinieri 25mila euro sarebbero parte delle offerte dei fedeli
Lunigiana, 11 novembre 2016 - L’INCHIESTA è ancora in corso. Lui, don Luca Morini, è indagato a piede libero con l’accusa di appropriazione indebita: secondo le tesi della procura avrebbe chiesto ai suoi parrochiani offerte per opere di carità e solidarietà, salvo poi utilizzarli per fini personali. E gli stessi fedeli lo chiamavano con l’appellativo di «don Euro» proprio per le sue richieste di contributi per le attività della chiesa. Un caso eclatante scoppiato nei mesi scorsi dopo la denuncia-shok di un escort napoletano: alle telecamere delle «Iene» aveva raccontato degli incontri col parroco e in particolare della sua disponibilità economica. Da parte sua don Luca si è sempre difeso sostenendo di non aver mai usato i soldi delle offerte per sè. Ora nelle pieghe dell’indagine partita nei mesi scorsi, i carabinieri hanno sequestrato dal conto del parroco 25mila euro considerati di «provenienza illecita», ovvero frutto delle offerte donate dai parrochiani di Caniparola. Provvedimento scattato proprio dopo la testimonianza di alcuni fedeli: ai carabinieri hanno raccontato, così come avevano fatto altri tempo fa, come il prete chiedesse un’offerta in denaro per interventi alla chiesa o per opere di carità e solidarietà. Le stesse storie finite sui tavoli della procura della repubblica nei mesi scorsi, che avevano portato gli inquirenti ad aprire un’indagine nei confronti del parroco. Il sequestro dei 25mila euro rientra nei provvedimenti lergati all’indagine, in attesa che altri fedeli possano a loro volta raccontare come sono andate le cose.
INCHIESTA come detto partita nei mesi scorsi dal racconto fatto dal giovane escort napoletano: la sua segnalazione aveva attirato l’attenzione anche delle «Iene», che hanno registrato più di un servizio fra Napoli, Marina di Massa e Fosdinovo. Prima un paio di puntate registrate con i volti coperti, poi l’ultimo con nome e cognome del parroco al centro del caso. Inevitabilmente anche la procura ha voluto vederci chiaro sulla faccenda, non tanto sui festini «a luci rosse» base in hotel di lusso documentati dall’escort (trattandosi di maggiorenni non c’è alcun reato), quanto sulla provenienza dei soldi. Per questo la procura aveva sentito alcuni parrochiani sia di Fossone che di Caniparola: hanno raccontato delle offerte fatte alla chiesa, poi dei loro sospetti con l’arrivo delle telecamere delle Iene. Accuse ancora tutte da dimostrare sulle quali deve essere fatta piena luce: don Luca si è sempre difeso professando la sua buona fede, nel frattempo però nei suoi confronti è scattato il sequestro di 25mila euro considerati dai carabinieri come parte delle offerte di parrochiani.
[Fonte: LaNazione]
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