I social croce e delizia. Sono in grado di farci passare ore di assoluta spensieratezza così come di farci acciuffare ed essere portati in prigione. Certo, se sei un ricercato e moderatamente intelligente, non serve essere un genio, dovresti usare qualche cautela in più e non metterti a postare selfie.
Ladro condannato a Rimini si tradisce con un selfie
Era latitante per essere evaso dagli arresti domiciliari disposti dalla Procura di Rimini, ma si è tradito con un selfie postato su Facebook, grazie al quale è stato riconosciuto come responsabile anche di altri furti. Mirgen Dedgjonaj, albanese di 32 anni è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Forlì, che lo ha individuato come colui che lo scorso 7 ottobre sarebbe entrato in un’abitazione di San Martino in Strada, razziando una collezione di 15 orologi, gioielli, indumenti e la macchina per il caffè, per il valore di alcune migliaia di euro.
Gli investigatori sospettavano dell’uomo, già noto per una lunga lista di furti, compreso quello per cui era stato condannato dal tribunale di Rimini. Ma dalla fine di settembre si era volatilizzato dalla residenza indicata dal provvedimento restrittivo, ovvero l’abitazione della sorella a Salsomaggiore, in provincia di Parma. Nel frattempo a suo carico pendeva da fine novembre anche una pena da eseguire di 6 anni e 9 mesi, con un ordine di cattura emesso dall’autorità giudiziaria di Milano, sempre per furti.
Ma la Polizia lo ha ritrovato su Facebook, in un post dove il latitante si era immortalato con altre due persone, probabilmente a Parma. Attraverso la fidanzata di uno dei due, volto noto nel giro dello spaccio, è stata individuata una casa del centro storico in cui gli agenti hanno fatto irruzione alcuni giorni prima di Natale.
Mirgen Dedgjonaj si trovava proprio lì, insieme al bottino di colpi messi a segno anche in provincia di Parma: gioielli, computer, cellulari, orologi, attrezzi da lavoro. Denunciati per ricettazione anche gli altri due uomini ritratti nel selfie, anch’essi albanesi di 21 e 20 anni, senza fissa dimora e irregolari in Italia. Tutti e tre sono ora in carcere a Parma.
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