Dopo aver fatto un gesto incivile come quello di parcheggiare sul posto riservato ai disabili e vieni giustamente multato (purtroppo non capita quasi mai), invece di lasciare e pentirti, raddoppi affiggendo un cartello di insulti? La gente è veramente impazzita.
Come minimo, ora che ti hanno preso, ti dovrebbero mandare ai servizi sociali in qualche struttura che li ospita, così forse, anche quel cervello bacato, potrebbe riuscire a capire cosa avere una disabilità.
Milano, individuato il responsabile del cartello di insulti al disabile: un video lo inquadra
A meno di una settimana dall'accaduto, grazie alle riprese delle telecamere nel parcheggio del centro commerciale di Carugate, è stato individuato l'uomo che aveva parcheggiato sul posto riservato ai disabili e, dopo essere stato multato, aveva lasciato un cartello di insulti: "A te handicappato che ieri hai chiamato i vigili..."
Le telecamere all'interno del parcheggio del centro commerciale "Carosello" di Carugate, alle porte di Milano, inquadrano l'autore del cartello di insulti al disabile che avevano suscitato l'indignazione generale sul web e non solo e fatto aprire un'inchiesta presso la Procura di Monza. Nel video si vede un uomo con bermuda neri, maglietta gialla, che cammina tranquillo e a un certo punto sistema il cartello vicino al posto riservato ai disabili.
L'uomo dunque sarebbe stato individuato: sarebbe un 40enne italiano, brianzolo, laureato, incensurato, non residente a Carugate. Ieri la Ledha, la lega per i diritti di persone con disabilità, ha sporto una denuncia nei confronti di questa persona. Nei giorni scorsi la procura di Monza, dopo aver acquisto i video dati dalla direzione del Carosello, aveva aperto un fascicolo contro ignoti per "diffamazione aggravata" verso l'autore del gesto.
Nel cartello appeso sulla cassetta di un idrante nel parcheggio del centro commerciale, l'automobilista, multato con 60 euro per aver parcheggiato in un posto riservato ai disabili, aveva scritto: "A te handicappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla, ma tu rimani sempre un povero handicappato. Sono contento che ti sia capitata questa disgrazia".
"Queste
parole rappresentano una gravissima offesa per tutte le persone con disabilità. Siamo di fronte a una violenza verbale gratuita e assolutamente immotivata", ha commentato Marco Faini, vicepresidente di Ledha. "Uno degli obiettivi statutari dell’associazione è proprio quello del rispetto dei diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari. Per questo motivo abbiamo deciso di ricorrere alle vie legali”.
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