Sembrava dovesse venire un cataclisma e invece, nel pomeriggio, è piovuto giusto una decina di minuti e poi è tornato quasi subito il sole. Se prima della pioggia però c'era qualcuno, quando il tempo si è ristabilito eravamo rimasti solo in tre, più il cadavere di una grossa medusa poco distante.
Era li, sola, in riva al mare che ogni tanto la lambiva, senza nessuno intorno a celebrarne la scomparsa, a dire un a preghiera, e soprattutto a fotografarla. La stessa cosa è accaduta a luglio e tutt'intorno alla povera medusa si erano radunati almeno una decina di ragazzini. E' proprio tutto finito.
Per una vita che è termina però, ce n'è una nuova, appena sbocciata: si tratta di una piccola piantina che sbuca dalla sabbia. Con la conclusione della bella stagione e dell'assalto alle spiagge, la natura sta iniziando pian piano a riaffacciarsi e a riappropriarsi dei propri spazi, quasi come i sopravvissuti ad un bombardamento che prima mettono la testa fuori dai loro rifugi e poi cominciano ad uscire.
Nel frattempo il mare, il grande attore in questo scenario, per la prima volta mi appare strano, diverso da solito e noto una cosa che come minimo accade da sempre ma a cui non avevo mai fatto caso. Dopo quasi mezzo secolo che lo frequento, riesce ancora a stupirmi e invece della classiche righe, le onde che entrano da aperture diverse delle scogliere, muovendosi a ventaglio, si incrociano e formano dei quadrati. Sembra impossibile che non me ne fossi mai accorto ma è proprio così.
In questi giorni di fine estate, dopo averle ignorate per quattro mesi, ho ricominciato a controllare anche le previsioni del tempo, quelle dettagliate nei siti, per cercare di vivere ogni momento dei pochi giorni che mancano alla chiusura. Ogni giorno potrebbe essere l'ultimo e quando farà brutto per qualche giorno di seguito, saprò che dovrò mettermi l'anima in pace e rassegnarmi all'avvicendamento delle stagioni.
Nessun commento:
Posta un commento