23 settembre 2017

La chiocciola gigante

Di cose viscide così grandi appartenenti al mondo animale, non ne avevo ancora mai viste. Per di più, oltre a provocare una leggera sensazione di ribrezzo, è anche presente nella lista delle cento specie invasive più dannose. Brutta e cattiva insomma.


Achatina fulica

La chiocciola africana gigante (Achatina fulica (Férussac, 1821)) è una chiocciola di grandi dimensioni, originaria dell'Africa orientale (soprattutto Kenya e Tanzania) ma in seguito diffusasi in gran parte del mondo. È stata inserita nella Lista delle cento specie invasive più dannose.

Il suo guscio ha una colorazione brunastra con bande più chiare o più scure, è di forma allungata e formato da spire avvolte comunemente in senso antiorario (è molto più rara la sottospecie in cui le spire si avvolgono in senso contrario al normale). Date le dimensioni è possibile vedere distintamente a occhio nudo l'apparato boccale, formato dalla radula grazie alla quale l'animale può nutrirsi raschiando il cibo. Infatti la radula è una specie di lingua, che presenta nella parte superiore una serie di dentelli calcarei (svariate centinaia) che sono continuamente consumati e rinnovati nella parte posteriore della stessa.

Nel caso di rottura del guscio, se non sono lesi gli organi interni, l'Achatina è in grado di rigenerarlo: le ghiandole salivari secerneranno una sostanza collosa ed elastica che verrà nel tempo sostituita da uno strato di guscio vero e proprio.

Come molte altre chiocciole è ermafrodita.
Achatina è un genere estremamente prolifico, ogni singolo esemplare può produrre da 80 a 200 uova, solitamente il tasso di fertilità è mediamente alto (60-70%). Per la riproduzione è bene che il terriccio sul fondo sia abbastanza profondo e che venga fornito regolarmente calcio necessario per una buona produzione di uova.

Durante la seconda guerra mondiale furono introdotti un certo numero di Achatina fulica a scopo alimentare nel sud delle isole del Pacifico, tuttavia la dispersione di alcuni esemplari, favorita dalla loro estrema adattabilità, ne causarono la proliferazione incontrollata.

Nel tentativo di contenere biologicamente questa specie, nelle stesse isole è stata introdotta la specie carnivora (Euglandina rosea meglio conosciuta come lumaca lupo) con conseguenze catastrofiche. La lumaca lupo, infatti, ha predato le specie endemiche appartenenti al genere Partula, portandone molte all'estinzione.

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