In questa Giornata Europea della Cultura Ebraica, vorrei ricordare la visita che ho fatto l'anno scorso alla sinagoga Nożyk di Varsavia, pubblicando alcune foto. La cosa che mi è rimasta particolarmente impressa è stata la doppia porta blindata all'ingresso, dove si veniva controllati in maniera approfondita e, se non ricordo male, si pagava un biglietto di 10 zloty per entrare. Diciamo che i signori ebrei non vivono proprio tranquilli.
Un'altra cosa che ha attirato la mia attenzione è stato un cartello in bagno, sopra il rubinetto, con un avviso in tre lingue che ricordava il divieto di usare l'acqua calda nei giorni di Shabbat (giorno del risposo - sabato) e Yom Tov. Questo è dettato dai precetti della loro religione che come sappiamo, nel giorno del riposo, impone (suggerisce?) loro di non usare l'elettricità.
Tra identità e dialogo
La Giornata Europea della Cultura Ebraica coinvolgerà quest’anno, in Italia, ben ottantuno località da nord a sud, dove si terranno centinaia di appuntamenti culturali. Un evento promosso con crescente successo dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, a testimoniare la diffusa richiesta di conoscenza e approfondimento sull’ebraismo, che da diciotto anni tentiamo di soddisfare con una grande manifestazione di apertura e partecipazione. Un appuntamento importante, in un periodo nel quale la necessità di costruire percorsi di dialogo tra le diverse fedi che compongono il mosaico culturale della nostra società è sempre più stringente.
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Sinagoga Nożyk di Varsavia
La sinagoga Nożyk di Varsavia, costruita nel 1898-1902 in stile neobizantino, è l'unica sinagoga nel centro di Varsavia in Polonia ad essere sopravvissuta alle distruzioni dell'Olocausto.
La sinagoga su via Twarda nacque da un'iniziativa privata di Zalman e Ryfka Nożyk, una ricca famiglia di mercanti ebrei residenti nel quartiere attorno a piazza Grzybowski a Varsavia. Il progetto fu affidato al noto architetto Karol Kozłowski, autore anche del Palazzo della Filarmonica di Varsavia.[1] I lavori furono completati tra il 1898 e il 1902. La cerimonia di inaugurazione avvenne il 26 maggio 1902.
L'edificio presenta una facciata di stile eclettico con elementi neobizantini e neorinascimentali. L'interno è a tre navate con ampi matronei sopraelevati e una capacità di 600 posti a sedere.
La sinagoga privata era riservata ad una classe media di proprietari di immobili, negozi e piccoli laboratori che potevano permettersi di acquistarvi il posto, mentre i non-membri e i poveri erano ammessi solo ad alcune funzioni mattutine.
Nel 1914 la famiglia Nożyk donò la sinagoga alla comunità ebraica di Varsavia assieme ad un fondo per il suo mantenimento. Nel 1923 la sinagoga fu ampliata con l'aggiunta di una cantoria, opera di Maurycy Grodzieński.
Con l'occupazione tedesca del 1939 la sinagoga si trovò all'interno del ghetto di Varsavia in cui fu concentrata la popolazione ebraica della città. Inizialmente poté continuare ad essere usata per il culto ma dal 1941 fu definitivamente chiusa ed occupata dalle truppe tedesche che la usarono come stalla e magazzino.
Dopo la guerra, unica sinagoga ad essere sopravvissuta a Varsavia alle distruzioni dell'Olocausto, fu riaperta al culto. La precaria situazione dei pochi ebrei sopravvissuti assieme alle politiche antireligiose delle autorità comuniste fecero sì che la sinagoga, in condizioni di grave degrado, chiudesse nuovamente nel 1968. Soltanto nel 1977 cominciarono i lavori di restauro che portarono il 18 aprile 1983 alla riapertura della sinagoga.
Con la mutata situazione politica determinata dal crollo del regime comunista, una nuova era cominciò per gli ebrei della Polonia. La sinagoga fu sottoposta a nuovi lavori di restauri (i più importanti nel 2001). È oggi luogo di culto, sala da concerti e manifestazioni culturali, sede dell'Unione delle comunità ebraiche della Repubblica di Polonia e della Comunità ebraica di Varsavia.
[Fonte: Wikipedia]
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